Raffaella Danzinelli, la volontaria che leggeva a ciechi e anziani

30 Giugno 2023

“Raccontami una storia!”. Quante volte, da piccoli, pregavamo la nonna o la mamma di raccontarci una storia, magari che includesse pure una filastrocca (“Petìn e Petèe ze ‘ndai a nosèe, Petìn na’ trovà un saco e Petèe un bel fràco…”) che ci incamminava sull’arcobaleno della fantasia stimolandoci, nel ripeterla da soli, a modificarla, aggiungendo o togliendo personaggi e particolari, inventandone, insomma, una nuova. Un esercizio che ci avrebbe consegnato all’età adulta pronti ad affrontare il mondo intero. Da quel desiderio di bambini e dall’esperienza maturata accanto a chi, per traumi fisici o psichici, non è più in grado di leggere e raccontarsi, come i malati di Alzheimer, pur avendone un grande desiderio, nasce l’associazione “Raccontami le parole”, un felice parto scaturito dalla volontà ferrea di tre amiche Raffaella, Barbara ed Alessandra per leggere proprio a chi non è più in grado di farlo libri d’ogni sorta, dai racconti, ai romanzi, alle poesie. Nello statuto dell’associazione si legge: “…promuovere la lettura ad alta voce come forma di aggregazione tra le persone, proporsi come occasione d’incontro anche attraverso la diffusione di pubblicazioni cartacee, audio e on-line, svolgere una funzione di riferimento per quanti, svantaggiati o portatori di handicap possano trovare nell’ascolto della parola scritta un sollievo al proprio disagio…”. Da quegli incontri settimanali con gli ospiti delle Rsa cittadine nasce un singolare libro presentato davanti ad un folto pubblico attento e partecipe, opera postuma, prima ed unica, vista la scomparsa, l’anno scorso, dell’autrice Raffaella Danzinelli, umbra d’origine ma trevigiana per amore, divorata anzitempo da un cancro che non le ha lasciato scampo: un racconto, in forma di diario, di una vita breve ed intensissima fatta di incontri, di viaggi, di letture “voraci” ed appassionate con lo sguardo ed il cuore rivolti all’attenzione per gli altri, specie i senza voce, gli emarginati, i sofferenti nel corpo e nello spirito cui il suo contagioso sorriso rischiarava l’animo inducendoli, spesso, a confidenze ed a condivisioni perché, come amava ripetere l’autrice “in ogni mappa c’è sempre lo spazio per nuovi sentieri da aprire ed esplorare…”. Una strenna speciale che brilla di propria luce tra le decine di proposte che escono in questo periodo, da non mancare per immergersi nei sogni di una persona “camminante” della vita (aveva percorso il cammino di Santiago e la via Francigena) che ci insegna a riempire il nostro zaino solo dell’essenziale per essere pronti e liberi di esplorare le strade del pianeta cominciando da quelle più vicine a noi, magari entrando in una Rsa o nella casa di un nostro vicino che sappiamo essere in difficoltà e che ci dice come il mondo non giri affatto al contrario, come vorrebbe farci credere un libello assai in auge, ma continui invece a girare per il suo giusto verso, quello fatto di solidarietà e generosità disinteressata che non fanno notizia ma sono la linfa vitale per le nostre esistenze.

A cura di Vittore Trabucco

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