Le guerre di economia e i sondaggi del divorzio

30 Agosto 2023

In Palestina muoiono mentre in Italia Giambruno e Ricci annacquano la Finanziaria

Muoiono, muoiono ancora: civili, militari, donne, uomini, bambini ed anziani. Muoiono ancora una volta sotto le bombe di una guerra nata per una terra che ognuno rivendica come “propria”: Israele occupa i territori che la Palestina rivendica oramai dal lontano 1967. L’Italia è tra una morsa, stretta da due guerre inutili quanto sanguinarie, la vicina Ucraina ed ora il conflitto in Israele. I tiggì governativi ci hanno quasi abituato a certe immagini e dopo pochi giorni dall’inizio del conflitto già calava la tensione e l’attenzione dell’opinione pubblica. Eppure l’Italia è particolarmente vulnerabile, la nostra economia dipende moltissimo da ciò che sta accadendo Medioriente: è in momenti come questi che una strategia economica di crescita basata sull’apporto esterno di energia, perseguita negli anni da tutta la politica italiana di ogni schieramento, si rivela fallimentare. Di fatto espone l’Italia al ricatto di coloro da cui dipende per l’energia, energia senza la quale l’industria non potrebbe funzionare. Quindi gas (che oggi importiamo dall’Algeria, dopo le sanzioni con la Russia) e petrolio che importiamo dal mondo arabo e che oggi ha già avuto un’impennata dei prezzi del 5 per cento ma le stime peggioreranno. Forse, a distanza di anni dalla sua (ancora misteriosa) scomparsa, qualcosa sulle scelte relative all’autonomia energetica in Italia che Enrico Mattei stava intraprendendo, dovrebbe essere rivalutato, soprattutto sul fronte delle fonti energetiche rinnovabili. Ma torniamo ai tempi nostri, dove oltre alla crisi energetica e all’aumento dei prezzi e dell’inflazione, stiamo assistendo all’approvazione di una Finanziaria di corto respiro che servirà soprattutto per far arrivare i partiti senza il fiato corto alle prossime scadenze elettorali, europee di aprile in primis. I provvedimenti adottati sono “a debito” per cui vanno a finanziare interventi che poi peseranno sul debito pubblico, senza considerare il fatto che sono “a scadenza”, ovvero durano solo un anno, e poi? Poi si vedrà, per intanto passi anche questa tornata elettorale che dovrebbe confermare l’asse destra-centro dell’attuale Governo. Ma ad inquinare ed annacquare manovre e manovrine ecco che entra in scena a gamba tesa il duo Ricci-Giambruno: il primo abile e rodato regista ed il secondo inconsapevole (?) protagonista della sit-com che ha avuto come conseguenza l’epilogo della love-story con la premier donna, indignata ma ferma, decisa e impavida contro i brutti e cattivi che volevano attaccarla. Risultato? Sondaggi di opinione in crescita, mondo femminile schierato con la premier, gradimento della stessa alle stelle: che dire? Un “incidente di percorso” che ha fatto bene politicamente e a livello di opinione pubblica: insomma Giambrunasca non poteva scegliere momento migliore, tant’è che l’astuto Ricci se n’è uscito con i fuorionda proprio a ridosso di questa Legge finanziaria annacquata di cui oramai non parla più nessuno nel paese dei siparietti. Ora ci attende l’autunno, vietato dire freddo, con i motori già riscaldati per le prossime, oramai annuali, scadenze elettorali ed il partito dei delusi astensionisti che s’ingrossa ancora, al di là dei sondaggi.

Michele Celeghin

Punto di vista
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